L’IMPORTANZA DELL’IDRATAZIONE

 “L’acqua è l’essenza dell’idratazione. E l’idratazione è l’essenza della bellezza”. 

Derek Zoolander

 

 

Passiamo del tempo a prenderci cura del nostro aspetto estetico, della nostra pelle, bombardati ogni giorno da messaggi pubblicitari che ribadiscono l’importanza di una corretta idratazione della pelle.

Il miglior modo per avere una pelle idratata è avere un corpo idratato.

Al di là dell’aspetto estetico, il mantenimento di un corretto stato di idratazione è fondamentale per il nostro stato di salute generale.

La disidratazione, quando eccede il 2-3% del peso corporeo si manifesta con sintomi quali sete, letargia, secchezza delle mucose, riduzione della diuresi, e, quando il grado di disidratazione progredisce, tachicardia, ipotensione e shock a causa dello stato ipovolemico.

Categorie di popolazione a maggior rischio di disidratazione sono:

  • anziani in particolare anziani fragili (con patologie, soggetti a trattamenti farmacologici, non autonomi, in caso di ustioni estese)
  • sportivi, soprattutto praticanti sport di endurance e praticanti discipline soggette a categoria di peso o sport estetici
  • soggetti con disturbi del comportamento alimentare
  • malassorbimento a livello intestinale
  • soggetti con determinate patologie (ad es.Diabete insipido, diabete mellito)

Ci sono poi svariate circostanze che possono portare ad una disidratazione acuta: febbre, vomito, diarrea, utilizzo di diuretici, lassativi,…

Negli anziani la disidratazione aumenta il rischio di ospedalizzazione e mortalità, in quanto può provocare tromboembolie secondarie ad emoconcentrazione, aritmie secondarie ad alterazioni elettrolitiche, insufficienza renale acuta, rabdomiolisi, disturbi neurologici, aumentato rischio di infezioni alle vie urinarie ed alle vie aeree inferiori, aumentato rischio di cadute, tossicità da farmaci.

Il termine disidratazione non è equivalente al termine ipovolemia, che è dovuta essenzialmente alla perdita di liquidi extracellulari. Esistono condizioni di ipovolemia in soggetti non disidratati (es: emorragie), condizioni di ipovolemia in soggetti disidratati (es: gastroenterite con perdita di liquidi ipotonici), disidratazione ma con perdita modesta di volume plasmatico (in caso di attività sportiva in luogo caldo).

 

La disidratazione è una perdita di liquidi corporei, ma è necessario distinguere i vari compartimenti in cui i liquidi sono distribuiti:

l’acqua totale corporea infatti è distribuita per i 2/3 nel compartimento intracellulare (all’interno delle cellule che costituiscono i tessuti dell’organismo) e per 1/3 nel compartimento extracellulare, a sua volta costituito principalmente dai comparti vascolare e interstiziale.

La volemia misura i liquidi contenuti esclusivamente nel comparto vascolare, che comunque è in relazione con gli altri comparti in un equilibrio idroelettrolitico regolato da meccanismi complessi.

La DISIDRATAZIONE infatti può essere distinta in:

IPOTONICA: in cui si ha una perdita prevalente di elettroliti (causata da utilizzo di diuretici tiazidici, talvolta da vomito e diarrea, da ridotta introduzione di sali e aumentata assunzione di acqua: l’iponatriemia spesso presente negli sportivi durante competizioni di endurance a causa del non corretto reintegro di sali).

ISOTONICA: in cui si ha perdita proporzionale di elettroliti e acqua (o in seguito a vomito o diarrea o sudorazione molto intensa, tipica degli atleti che praticano il “taglio peso” o body builder).

IPERTONICA: in cui si ha una perdita prevalente di acqua (diabete insipido centrale e nefrogenico, febbre ustioni, tireotossicosi, ustioni).

Chiaramente per misurare la disidratazione non è più sufficiente misurare soltanto il parametro peso e di conseguenza la perdita di massa attribuita alla perdita di liquidi, ma è necessario misurare altri parametri.

Per la diagnosi di disidratazione e per la caratterizzazione della stessa i parametri considerati di utile valutazione sono:

sodiemia, cloremia, osmolarità plasmatica, rapporto urea/creatinina nel plasma, osmolarità delle urine, contenuto di sodio e cloro nelle urine, peso specifico urinario, colore delle urine, volume  delle urine raccolte nelle 24 h.

Caratterizzare il tipo di disidratazione è importante in quanto ad esempio negli anziani la somministrazione di un eccesso di liquidi per via endovenosa nel tentativo di ripristinare la volemia potrebbe indurre uno scompenso cardiaco con edema polmonare, quindi è importante per valutare la quantità, la velocità e la scelta dei liquidi da somministrare. [2,3].

Monitorare e preservare un corretto stato di idratazione in clinica quindi è particolarmente importante, non soltanto nei pazienti geriatrici.

Una metodica che si è rivelata molto utile nella classificazione dello stato di idratazione in condizioni cliniche oltre ai test di laboratorio sul plasma o sulle urine già citati è la BIOIMPEDENZIOMETRIA, in quanto metodo non invasivo, validato (sensibile ed accurato), pratico e poco costoso, che fornisce in tempo reale un quadro dello stato di idratazione.

Tra le tecniche impedenziometriche, la BIVA (bioelectrical impedance vector analysis) effettuata con strumento mono frequenza a 50 kHz è la metodica che si è rivelata più utile nella detreminazione dello stato di idratazione.

La BIVA si è rivelata in grado di operare la distinzione tra vari stati di idratazione (iper- ipo- e normoidratazione) e di misurare  le variazioni in seguito al trattamento nello stato di idratazione.

In clinica situazioni di iperidratazione si manifestano come espansione dei liquidi extracellulari (fluidi interstiziali più plasma) rispetto ai fluidi intracellulari e sono tipiche delle patologie renali o dell’insufficienza cardiaca.

Anche nella malnutrizione, inclusa la condizione di cachessia (frequente ad esempio nei pazienti oncologici), si osserva un incemento nei liquidi extracellulari e una riduzione della BCM (massa cellulare) che si riflette sul contenuto di acqua intracellulare.

La BIVA offre il vantaggio di ottenere dati senza bisogno di equazioni predittive (che necessitano la selezione della corretta popolazione di riferimento), indipendentemente dal peso corporeo e da una composizione stabile della massa magra, inoltre rende possibile rilevare variazioni nello stato di idratazione tissutale inferiori ai 500 ml in tempo reale.[4]

La BIVA ha notevoli applicazioni cliniche nel monitoraggio delle procedure di EMODIALISI, DIALISI PERITONEALE, di pazienti critici e nell’INSUFFICIENZA CARDIACA CONGESTIZIA.[5]

 

Alla luce di quanto detto sul mantenimento di un corretto stato di idratazione per la salute generale, a maggior ragione esso mostra una particolare rilevanza in ambito sportivo.

Durante l’attività sportiva infatti perdite di fluidi non adeguatamente compensate possono incidere negativamente sulle capacità di endurance oltre che alterare numerose funzioni fisiolgiche provocando ipertermia, iperventilazione, alterazione nell’attività neurologica, sforzo cardiovascolare con riduzione nella perfusione di cervello, muscolo scheletrico e tessuto cutaneo.

Inoltre la disidratazione può portare ad una maggiore dipendenza dalla disponibilità di glicogeno muscolare, con alterazione del metabolismo cellulare e compromissione della capacità aerobica.

L’importanza dell’idratazione nello sport sarà trattata estesamente nel prossimo articolo.

 

 

[1] Lacey J, et al; A multidisciplinary consensus on dehydration, definition, diagnostic methods and clinical implications. Ann Med, May-Jun 2019;51 (3-4): 232-251.

[2] Mentes  J. Oral hydration in older adults: grater awareness is needed in preventing, recogniziong and treting dehydration. An J Nurs 2006, 106:40-49.

[3] Emergency Care Journal. Casagranda I, et al; La disidratazione nell’adulto e nell’anziano. Anno III n III. Giugno 2007, 12-20.

[4] Piccoli A, Rossi B, et al; A new method for monitoring body fluid variation by bioimpedance analysis: the RXc graph. Kydney Int. 1994, 46, 534-539.

[5] Lukaski HC, et al; Classification of hydration in clinical conditions: indirect and direct approaches using bioimpedance. Nutrients 2019,11,809.

 

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