L’IMPORTANZA DELL’INTERVENTO NUTRIZIONALE NEL RECUPERO DA INFORTUNI

 

L’infortunio, nella vita di uno sportivo a qualsiasi livello, è un evento praticamente inevitabile.
Le conseguenze degli infortuni possono richiedere da una moderata riduzione dell’intensità/frequenza dell’allenamento all’immobilizzazione. Anche la durata può essere estremamente variabile in relazione alla gravità dell’infortunio. Ne consegue che sarà necessario caso per caso adattare l’approccio al trattamento ed al recupero.
Naturalmente il riposo ed i trattamenti di tipo medico-fisioterapico sono fondamentali e rappresentano la base di ogni strategia di intervento, spesso viene però trascurato l’aspetto della nutrizione.
L’intervento nutrizionale è un mezzo complementare per ridurre l’impatto negativo di un trauma sportivo.
Intuitivamente la maggior parte degli sportivi infortunati in seguito ad uno stop forzato o ad una riduzione dell’attività sportiva applica una restrizione calorica, al fine di compensare con un ridotto introito calorico il minore dispendio energetico.
In linea di massima è corretto: in un periodo di scarsa o nulla stimolazione della massa muscolare si tenderà ad aumentare di peso soprattutto in termini di massa grassa.
Bisogna però prestare attenzione a COME viene effettuata la restrizione calorica.
Bisogna tenere in considerazione vari fattori: se lo stop forzato comporta l’immobilizzazione totale di un arto o l’allettamento, se lo stop consente di effettuare “cross-training”, la durata del periodo di stop.
Inoltre va considerato che un deficit calorico indotto durante un periodo di stop riduce ulteriormente, rispetto al solo non utilizzo del muscolo, la sintesi di proteine muscolari, ovvero le capacità anaboliche del muscolo.
Se si pensa che già dopo 48 ore di inattività si osserva una riduzione nell’espressione dei geni preposti alle funzioni anaboliche del muscolo [1] e che è stata rilevata una sostanziale perdita di massa muscolare dopo 5 giorni di inutilizzo [2] si può intuire quanto possa essere importante contrastare il catabolismo muscolare e ridurre tutti i fattori limitanti l’anabolismo muscolare, al fine di “limitare i danni” e rendere più rapido il recupero.
Risulta quindi evidente come l’intervento nutrizionale possa avere un ruolo tutt’altro che marginale all’interno di un piano di intervento post-infortunio.
Il dispendio energetico va attentamente considerato dal momento che nelle fasi di riparazione del danno tissutale le richieste energetiche risultano aumentate (in alcuni casi fino l 50%, se il danno è di entità rilevante) [3].
Di conseguenza va molto attentamente considerata la quantità e la qualità dei macronutrienti da fornire sulla base del tipo di infortunio.
I micronutrienti spesso “abusati” in ambito sportivo, risultano avere invece un ruolo più marginale. Particolare attenzione è stata dedicata a OMEGA 3, creatina, antiossidanti.
Gli omega 3 sembrano avere un ruolo positivo, avendo dato risultati promettenti su modelli animali e umani non sportivi [4,5,6].
In realtà l’azione protettiva degli Omega 3 nei confronti del danno ossidativo causato dal trauma potrebbe rallentare la guarigione (ricordo che la liberazione di mediatori infiammatori e radicali dell’ossigeno è una fase fondamentale dei processi riparativi tissutali seguenti a traumi)[7] .
Sembra che l’azione positiva o negativa sia strettamente legata al dosaggio utilizzato ed in mancanza di studi ulteriori sull’uomo è consigliata cautela nell’utilizzo di dosaggi elevati.
Stesso discorso vale per altri antiossidanti quali VITAMINA C e VITAMINA E, che non sembrano avere influenza sui tempi di recupero [8] .
La creatina sembra non avere effetti positivi sulla perdita di massa muscolare in seguito ad immobilizzazione, ma l’integrazione di creatina durante la fase di recupero post-immobilizzazione ha comportato un incremento della crescita e della forza muscolare rispetto al placebo [9].
Durante periodi di inattività inoltre anche la funzione dei mitocondri (le centrali “energetiche” delle cellule muscolari) risulta alterata: le capacità ossidative e la flessibilità metabolica risultano ridotte [10].
Inoltre l’inutilizzo del muscolo comporta una riduzione della sensibilità insulinica legata alla ridotta espressione dei trasportatori del glucosio GLUT4, con conseguente impatto negativo sul metabolismo del glucosio. La creatina è risultata favorire l’aumento di questi trasportatori durante il periodo di recupero, indicando un’ulteriore azione positiva di tale sostanza durante le fasi di riabilitazione-recupero [11,12,13].

[1] REICH KA et al. Forty-eight hours of unloading and 24 h of reloading lead to changes in global gene expression patterns related to ubiquitination and oxidative stress in humans. J Appl Physiol. 2010:109; 1404-15.
[2] Wall BT. et al. Substantial skeletal muscle loss occurs during only 5 days of disuse. Acta Physiol. 2014:210;600-11.
[3] Frankenfield D. Energy expenditure and protein requirements after traumatic injury. Nutr Clin Pract. 2006:21; 430-7.
[4] You J-S, Park M-N, Song W, et al. Dietary fish oil alleviates soleus atrophy during immobilization in association with Akt signaling to p70s6k and E3 ubiquitin ligases in rats. Appl Physiol Nutr Metab. 2010;35:310–318. doi: 10.1139/H10-022.
[5] Smith GI, Atherton P, Reeds DN, et al. Dietary omega-3 fatty acid supplementation increases the rate of muscle protein synthesis in older adults: a randomized controlled trial. Am J Clin Nutr. 2011;93:402–412. doi: 10.3945/ajcn.110.005611.
[6] Smith GI, Atherton P, Reeds DN, et al. Omega-3 polyunsaturated fatty acids augment the muscle protein anabolic response to hyperinsulinaemia-hyperaminoacidaemia in healthy young and middle-aged men and women. Clin Sci. 2011;121:267–278.
[7] Magne H, Savary-Auzeloux I, Remond D, et al. Nutritional strategies to counteract muscle atrophy caused by disuse and to improve recovery. Nutr Res Rev. 2013;26:149–165.
[8] Barker T, Leonard SW, Hansen J, et al. Vitamin E and C supplementation does not ameliorate muscle dysfunction after anterior cruciate ligament surgery. Free Radic Biol Med. 2009;47:1611–1618.
[9] Hespel P, Op’t Eijnde B, Van Leemputte M, et al. Oral creatine supplementation facilitates the rehabilitation of disuse atrophy and alters the expression of muscle myogenic factors in humans. J Physiol. 2001;536:625–633
[10] Abadi A, Glover EI, Isfort RJ, et al. Limb immobilization induces a coordinate down-regulation of mitochondrial and other metabolic pathways in men and women. PLoS One. 2009;4:e6518.
[11] Richter EA, Kiens B, Mizuno M, et al. Insulin action in human thighs after one-legged immobilization. J Appl Physiol. 1989;67:19–23.
[12] Stuart CA, Shangraw RE, Prince MJ, et al. Bed-rest-induced insulin resistance occurs primarily in muscle. Metabolism. 1988;37:802–806.
[13] Op ‘t Eijnde B, Urso B, Richter EA, et al. Effect of oral creatine supplementation on human muscle GLUT4 protein content after immobilization. Diabetes. 2001;50:18–23.

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